Che la concentrazione di Co2 potesse avere effetti sullo stato del sistema nervoso centrale era una cosa già conosciuta, la novità dello studio è chepare che il danno possa verificarsi anche in presenza di concentrazioni molto più basse di quelle che si pensava in precedenza. Livelli, fino a 3.000 parti per milione, che appunto si trovano in comuni ambienti di lavoro o in aule affollate, soprattutto d’inverno, quando il ricambio dell’aria è più ridotto.
I risultati dello studio sono abbastanza sorprendenti ed hanno suscitato un vivace dibattito nella comunità scientifica internazionale: ”Abbiamo sempre ritenuto che i livelli di Co2 abitualmente presenti negli edifici, ha detto William Fisk, professore dell’università americana e coautore dello studio, non avessero alcun impatto diretto sulle persone, ora questo studio ha invece dimostrato che l’impatto c’è e può avere conseguenze significative”.
Lo studio si è basato su una scala decisionale articolata in 9 punti, i soggetti sottoposti al test hanno mostrato una significativa riduzione delle prestazioni decisionali su 6 dei punti in scala e questo in presenza di una concentrazione di Co2 pari a 1000 parti per milione. La riduzione delle prestazioni decisionali, che si sono manifestate in un calo nel prendere iniziative e nell’assunzione di decisioni strategiche, arriva a 7 su nove quando la concentrazione sale a 2500 per milione mentre in un primo tempo si stimava che questi ”malfunzionamenti” della sfera decisionale intervenissero solo in concentrazioni superiori a 10.000 e 20.000 parti di Co2 per milione.