Sanita’: ospedali al collasso, in 10 anni cancellati 45 mila posti letto

Roma, 14 feb – ”Abbiamo troppi posti letto”. E’ stato questo per anni il leit motiv che ha ispirato le politiche sanitarie italiane in nome del risparmio e della razionalizzazione della rete sanitaria nazionale, considerata troppo ”ospedalocentrica”. Il risultato e’ stata una riduzione costante e progressiva dei posti letto ospedalieri, soprattutto di quelli per acuti. In tutto quasi 45 mila posti letto tagliati dal 2000 al 2009, pari al 15,1% del totale con un rapporto posti letto abitanti passato dal 5,1 ogni mille abitanti di 12 anni fa, al 4,2 attuale (di cui 3,6 per mille dei letti per acuti e 0,6 per mille per le lungodegenze).

I numeri, elaborati da ”Quotidiano Sanita”’ dagli annuari statistici del Ssn del ministero della Salute, indicano ”un netto calo dei posti letto soprattutto nel pubblico”. A livello medio nazionale si registra infatti ”un ridimensionamento dei posti pubblici del 17,2%, pari a piu’ di tre volte quello intervenuto nel privato, dove i tagli hanno riguardato solo il 5,3% dei letti di case di cura private accreditate”.

I tagli maggiori in Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Puglia con riduzioni superiori al 20%. I tagli piu’ modesti in Campania e Abruzzo (che, come per quasi tutto il meridione, partivano pero’ da una realta’ ospedaliera gia’ sottodimensionata rispetto al centro-nord). Hanno evitato i tagli solo Molise e Valle d’Aosta, dove c’e’ stato addirittura un incremento dei posti letto ospedalieri.

La politica del ridimensionamento dei posti letto ”doveva essere accompagnata da una parallela crescita dei servizi territoriali che pero’ stenta tuttora a realizzarsi in molte Regioni italiane. Senza contare l’ulteriore ridimensionamento dell’offerta sanitaria conseguente ai Piani di rientro dal disavanzo che riguardano ormai quasi la meta’ delle Regioni italiane”.

Di fatto, il risultato di questa immensa operazione di ristrutturazione sanitaria, al momento appare quello di una rete ospedaliera vicina al collasso in molte zone del Paese e soprattutto in alcune grandi citta’ come Roma, Napoli, Genova, Torino e Milano, dove la riduzione dei letti in corsia sta provocando l’intasamento dei Pronto Soccorso ospedalieri con il moltiplicarsi di situazioni limite come quella fotografata oggi al San Camillo – Forlanini di Roma con pazienti assistiti su materassi poggiati per terra.

La riduzione dei posti letto ospedalieri e’ stata attuata anche negli altri Paesi dell’Ue, ma non in misura cosi’ pesante come in Italia, che rimane costantemente sotto la media EU 27. Nel 2000 la media italiana per posti per acuti era infatti pari a 4,70 posti per 1000 abitanti, mentre la media UE era di 6,39. E, dieci anni, dopo nel 2009, si registrano le stesse proporzioni con l’Italia su una media di 3,6 letti per mille e l’Europa a quota 5,5 per mille.

fonte: Asca – Salute Oggi.