CULTURA – REplay – LA VITA FACILE

DA WWW.INFORMAZIONE.CAMPANIA.IT

A cura di Viviana Gaggiotti

Dai diamanti non nasce niente…

Lo diceva De André: “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”
E Lucio Pellegrini , regista di “La vita facile”, tramuta in immagini questo concetto atavico e sempre attuale, utilizzando a pieno la bravura sopraffina di Favino, Accorsi e Puccini.
Ginevra (Puccini) vive una vita invidiabile: solo vestiti firmati, nessuna preoccupazione… ed un marito che le permette di vivere questo sogno confettato grazie ai proventi del suo lavoro. Si tratta di Mario (Favino), noto chirurgo di una clinica privata romana in cui spesso chiude un occhio, o forse due, su traffici illeciti di protesi non a norma. Ogni silenzio ha il suo prezzo, e quello di Mario è molto alto in un oculato gioco al rialzo.<br>“Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, giuro:
di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento rifuggendo da ogni indebito condizionamento; di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona; di affidare la mia reputazione professionale esclusivamente alla mia competenza e alle mie doti morali…”.

Il giuramento di Ippocrate scorre in sovrimpressione nella mente degli spettatori più coscienziosi che guardano la vita di Mario e Ginevra e non riescono a reputarla una vita semplice. Non deve essere così semplice dormire tra lenzuola di seta schiacciati dal rimorso e dalla colpevolezza…
Il giuramento, una laurea in medicina e la passione per la stessa donna: questi gli elementi in comune che hanno visto incrociarsi le vite di Mario e Luca.
Vecchio amico del ricco chirurgo romano, aveva ceduto da giovane al fascino della accattivante Puccini mentre Mario, già fidanzato di lei e migliore amico di lui, era in coma.
Al suo risveglio Luca sarà volato via, fuggito in Africa ad esercitare la professione come volontario in un ospedale di campo che consta di un’infermiera fervida credente ed un cuoco vagamente bizzarro.
Luca e Mario, due vite allo specchio. Deformante. L’immagine che ne deriva è troppo esile oppure esageratamente paffuta.
Quando, dopo anni e del tutto inaspettatamente, Mario raggiunge Luca in Africa, la redenzione sembra aver illuminato la sua coscienza. Ma questa teoria ha una vita molto breve. Scopriamo presto infatti che il viaggio non cela nessuna catarsi ma vuole bensì porre Mario al riparo da un caso giudiziario che potrebbe distruggerlo per sempre.
Dopo poco, schiacciata dalle ansie e dai pagamenti, anche Ginevra raggiungerà il marito e l’ex amante, per dare nuova vita ad un triangolo bollente.
Lei è come il punto centrale di una clessidra: il flusso di una o dell’altra campana di vetro la accarezzerà sempre per raggiungere l’altra estremità. Infatti ad un certo punto lo sbigottimento assale lo spettatore. Luca si lascia abbindolare da una Puccini viziata e maliarda ed abbandona l’Africa per fuggire con lei grazie ai soldi che Mario aveva nascosto in una cassetta di sicurezza in Italia…
Ma chi nasce rotondo non può morire quadrato…