Teatro, Bergonzoni: “Ognuno sia il proprio presidente del Consiglio”

 L’artista deve cominciare a fare qualcosa di piu’ del proprio mestiere specifico, deve andare oltre il proprio spettacolo, mostra, libro, opera. L’artista deve essere il malato, il detenuto, il morto, la donna, il bambino. Insomma un ponte verso ogni ‘altrove’ perche’ l‘arte e’ la strada che puo’ congiungere ogni essere alla propria anima e quindi alla propria sovrumanita’. E’ questo il fil rouge dell’incontro che Alessandro Bergonzoni terra’ al Maxxi in ‘ContemporaneaMente’, dedicandolo a Mario Moretti, “grande uomo di teatro e di letteratura”.E perche’ urge un ponte che ci aiuti ad entrare nei nostri sotterranei? Perche’ “non e’ piu’ possibile demandare alla Politica, alla Regione, alla Nazione, alla Medicina – dice l’autore e attore teatrale all’Adnkronos – Prima di fare una votazione sul fine vita, sul tema della corruzione, dell’istruzione, dell’accettazione del diverso, io devo cominciare a votare un referendum dentro di me, fare una campagna interiore sul tema dell’onesta’, della paternita’, dell’abbandono. Una manifestazione nella mia piazza interna per rivelarmi”, per andare ed essere oltre. Solo a quel punto ha senso “andare in una piazza fisica ed esprimersi come cittadino anche attraverso il voto”.

Prima occorre essere. Essere e basta. Una cosa che apre vasti spazi capaci di farci vedere che il terremoto “non parla di Emilia Romagna, ma di Terra”, che il problema carceri “non nasce quando ho un figlio detenuto”, che la violenza sulle donne “mi riguarda sempre, ovunque e comunque”, che “il tema dell’etica non nasce adesso, ma c’e’ sempre stato”, che “non ha senso fare solo una fiaccolata per Borsellino se non divento io Borsellino”. E questa, chiarisce Bergonzoni, “non e’ mania di grandezza, e’ solo grandezza. L’anima richiede queste altezze. E noi abbiamo un’anima che ci permette di essere sovrumani. C’e’ un’energia, una luce che noi abbiamo e che, invece, riconosciamo solo negli eroi di turno”.

“E’ l’anima – scandisce Bergonzoni – che ti permette di fare un salto ‘in alto e in altro’, che ti permette di abbandonare la parte umana ed esprimere la parte sovrumana”. Perche’ la parte umana “c’e’ gia’. La guerra e’ umana. La politica e’ umana ed ora serve, invece, una politica sovrumana”. Ma “la strada della conoscenza, della ricerca interiore passa “solo attraverso il dolore, la malattia, i terremoti, gli tsunami ?”, chiede Bergonzoni e subito chiarisce. “Se fosse cosi’ augurerei tutto questo, ma penso invece che ci sia anche un’altra strada, l’arte”. C’e’ allora chi mi dice “tu fai presto a parlare. Non sei malato o detenuto. Ma allora devo fare di questo una colpa o, piuttosto, una potenza? Io non posso essere fuori. L’artista mentre fa la sua opera e’ osservato virtualmente da milioni di malati e carcerati e li osserva a sua volta virtualmente. Malati che gli dicono ‘noi dove siamo?'”.

“Quanti film dobbiamo ancora vedere, quanti speciali sul tema del rispetto della donna, dell’infanzia, della guerra? Quanti ‘Cesare deve morire’ dobbiamo vedere? Non possiamo piu’ demandare ad altri – insiste Bergonzoni – Noi siamo il nostro presidente del consiglio, il nostro capopolo, la nostra Nazione. Questo non va confuso con egocentrismo, individualismo. No, non c’entra”.

Il punto e’ che non posso votare fuori, se prima non ho votato dentro di me, se non ho fatto la mia rivoluzione interna. “E’ ovvio che il mondo della medicina, della politica necessitano di non pensanti, di persone che non fanno scioperi interni perche’ queste persone poi crescono ed hanno i loro governi interni smettendo cosi’ di demandare ad altri”. Intanto “la Chiesa fa il suo lavoro di distrazione. E la gente confonde la spiritualita’ con la religione, mentre la spiritualita’ e’ anche altro ed legata all’arte come non mai”. Per questo “l’artista deve fare di piu’ del proprio specifico mestiere. Gli artisti – rimarca infine – hanno a disposizione una potenza in piu’ di un semplice medico o ingegnere ma se si allarga l’anima la potenza non e’ preclusa ne’ a loro, ne’ a nessun altro”.

fonte: Teatro, Bergonzoni: “Ognuno sia il proprio presidente del Consiglio” – Adnkronos Spettacolo.