Sulcis, Napolitano ai minatori: ”Partecipe alle vostre ansie”

”Vorrei che i minatori del Sulcis, impegnati in una prova durissima, sapessero come mi senta profondamente partecipe della loro condizione e delle loro ansie”. Lo dice il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

“La loro storia è parte integrante della storia del lavoro in Sardegna ed è espressione specialissima di attaccamento alla loro terra e di impegno umano e professionale, anche nelle condizioni più pesanti, nell’interesse generale della Regione e del Paese. Capisco perciò fino in fondo la volontà di lotta che manifestano per una causa di vitale importanza per ciascuno di essi e per le loro famiglie” dice ancora il capo dello Stato.

“In occasione della mia visita in Sardegna lo scorso febbraio, e incontrando i lavoratori di tutte le aziende a rischio, rilevai pubblicamente come la Sardegna sia stata colpita da una crisi che investe più che in qualsiasi regione un intero assetto produttivo e occupazionale”, prosegue il presidente della Repubblica.

“Di qui la necessità di un profondo ripensamento delle politiche di sviluppo seguite nel passato e di rilancio su basi nuove e piu’ solide dell’economia regionale. Questa esigenza è stata riconosciuta sia dal governo regionale sia da quello nazionale, ed è in atto da mesi uno sforzo per aprire nuove prospettive”, sottolinea Napolitano.

Alla miniera di Nuraxi Figus (Carbonia-Iglesias), occupata da tre giorni dai minatori a quasi 400 metri di profondità, questa mattina i lavoratori hanno convocato una conferenza stampa con i giornalisti davanti alla ‘riservetta’ in cui sono custoditi oltre 600 chili di esplosivo e i detonatori.

”E’ questo che dobbiamo fare?”, ha urlato un minatore tagliandosi un polso davanti ai giornalisti. Soccorso dai compagni, l’uomo è stato portato nell’infermeria della miniera e poi all’ospedale di Carbonia, dove con lui ci sono due dei suoi compagni.

A causa di un guasto al sistema di aerazione della miniera che ha provocato problemi di ricambio d’aria a – 400 metri, gran parte dei minatori occupanti sono usciti per lasciare spazio e aria a quattro colleghi e al deputato Mauro Pili. Gli operai rifiutano la manutenzione in attesa degli esiti dell’assemblea.

“Siamo molto preoccupati. Il Governo e le istituzioni locali devono assolutamente sbloccare la situazione della miniera del Sulcis”. Lo afferma il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, chiedendo “risposte immediate per i minatori”.

“Stiamo seguendo con grande apprensione e partecipazione – dice – la vicende della miniera del Sulcis. I minatori, a cui va tutta la nostra solidarieta’ e il nostro appoggio, hanno bisogno di risposte immediate e convincenti dal governo e dalle istituzioni locali”.

Per Bonanni, “ci sono state troppe promesse e troppi impegni disattesi nella vertenza del polo industriale del Sulcis, che mette in fila varie crisi industriali come l’Alcoa e l’Eurallumina”.

Ai minatori non piacciono le parole del sottosegretario Claudio De Vincenti, secondo il quale il progetto per lo stoccaggio dell’anidride carbonica nel sottosuolo ”non sta in piedi” perché ”costerebbe alla collettività 250 milioni di euro all’anno per 8 anni”. E non si fidano neppure delle promesse del sottosegretario: ”Nessun minatore sara’ abbandonato a se stesso” .

Sostanzialmente i minatori chiedono al governo che l’Enel mantenga gli impegni per il progetto integrato ‘miniera-centrale-stoccaggio C02′, che prevede l’estrazione, la combustione del carbone nella centrale di Portovesme, la cattura e stoccaggio del Co2 nelle gallerie della stessa miniera. Un progetto che secondo i sindacati sarebbe messo a rischio dalla stessa Enel, che preferirebbe investire in una centrale dello stessi tipo in Veneto, a Porto Tolle.

A 400 metri di profondita’, nelle viscere del Sulcis, i minatori sopravvivono trascorrendo la giornata a parlare, senza tv e internet. Il rumore degli skip, le gabbie degli ascensori che salgono e scendono dalla superficie, rompono il silenzio, insieme al rumore delle pompe sommerse, per evitare l’allagamento della gallerie. C’e’ sempre chi controlla e vigila sula vita dei compagni in miniera: sono gli uomini, e una donna, della sicurezza interna.

Li’ al livello -373, vicino alla ‘ricetta’ del pozzo, hanno allestito una sala di fortuna con tavolacci e cavalletti di fortuna, brande in legno, qualcuno dorme accanto alla ‘riservetta’ di cantiere, la santabarbara dove sono custoditi oltre 600 chili di esplosivo e i detonatori.

Ci sono anche le donne in occupazione, tuta bianca ed elmetto giallo in testa: sono le dirette eredi delle ‘cernirici’ le donne che fino a meta’ del ‘900 lavoravano alla cernita del minerale, separavano a mano quello buono dallo ‘sterile’, le pietre improduttive, ma non vogliono essere mitizzate o scambiate per attrici. La loro e’ una presenza normale nelle miniere della Sardegna, i loro sono ruoli identici a quelli degli uomini, e ci tengono a precisarlo, senza distinzioni. Un velo di polvere nera copre appena il viso e un po’ di trucco, senza nascondere pero’ l’orgoglio di essere donne di miniera.

fonte: Sulcis, Napolitano ai minatori: ”Partecipe alle vostre ansie” – Adnkronos Cronaca.