Salute: Orlando, abusi parti cesarei in cliniche e piccoli ospedali

Roma, 11 feb – ”La maggior parte dei tagli cesarei viene effettuato nelle cliniche private, ma e’ allarme sicurezza anche negli ospedali pubblici che praticano meno di 500 parti l’anno. Per questo, razionalizzare la presenza dei punti nascita sul territorio italiano, al fine di renderli piu’ sicuri, e’ un’esigenza imprescindibile alla quale il Parlamento e’ chiamato a rispondere”. Lo dichiara il Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori e i disavanzi sanitari, Leoluca Orlando.

La media delle percentuali di tagli cesarei, in Italia, e’ molto piu’ elevata nelle cliniche private, dove rappresentano il 50,5% dei parti a fronte di una media nazionale del 38,3%, gia’ altissima rispetto al monito dell’Organizzazione mondiale della sanita’ a limitarli al 15%. Negli ospedali rappresentano invece il 36% del totale ma la percentuale sale al 44,7% se si tratta di strutture che effettuano meno di 500 parti l’anno e che presentano, spesso, bassi standard di assistenza, professionalita’ e tecnologia. Si tratta di 86 strutture concentrate al Sud Italia (dove peraltro maggiore e’ l’incidenza di cesarei): 22 in Sicilia, 14 in Campania, 12 in Puglia. Di contro, le eccellenze, ovvero grandi strutture all’avanguardia con elevato numero di parti ed elevatissimi standard di assistenza, sono tre e tutte al Nord: il Sant’Anna di Torino che conta 8000 parti l’anno, il Fatebenefratelli di Milano e gli ospedali Civili di Brescia.

E’ quanto e’ emerso dalla Relazione della Commissione d’inchiesta che verra’ presentata il 20 febbraio ai deputati e che ha preso a campione 344 punti nascita sui 570 distribuiti sul territorio.

fonte: Asca – Salute Oggi.