L’organizzazione, da quanto fanno sapere i finanzieri, “era capeggiata da un professionista di Roma, noto alle cronache per essere stato, tra l’altro, presidente dell”Arezzo Calcio’, che, grazie ai consigli dei consulenti, aveva creato una rete di cooperative, cui erano state preposte ‘teste di legno’, che venivano fatte scomparire dopo aver addossato loro i debiti tributari e contributivi del consorzio”.
Dagli accertamenti delle fiamme gialle della compagnia di Fiumicino, “resi ardui dalla mancanza di tutta la documentazione amministrativo-contabile fatta sparire per impedire la ricostruzione del giro d’affari, è emerso, oltre all’occultamento al fisco di ricavi per circa 60 milioni di euro, che i proventi della frode fiscale venivano investiti nell’acquisto di immobili, fatti confluire in una società appositamente creata, i cui dominus occulti erano alcuni degli indagati”.
fonte: La Finanza scopre frode da 60 milioni: sette arresti e quarantanove indagati – Adnkronos Cronaca.