Coro di no per le ricerche petrolifere in Adriatico, la ‘rivolta’ parte dalle Tremiti

Riparte dalla Puglia la mobilitazione contro le ricerche petrolifere in mare Adriatico dopo il permesso rilasciato alla multinazionale Petroceltic per prospezioni geofisiche. Il simbolo di questa battaglia è la difesa delle isole Tremiti e dell’Area marina protetta delle Diomedee, amate dallo scomparso Lucio Dalla che un anno fa partecipò al primo corteo contro le prospezioni petrolifere in Adriatico.

Il ministro all’Ambiente, Corrado Clini, ha rassicurato che si tratta solo di ricerche e non di trivellazioni ma le sue parole non sono bastare a rasserenare gli animi. Legambiente lancia un allarme che non riguarda solo le Tremiti: la partita in gioco è molto grossa perché ci sono 11 richieste di società petrolifere riguardanti il mare Adriatico in tutta la sua lunghezza, dal Veneto fino a Lecce.

La multinazionale irlandese Petroceltic, con quartier generale a Dublino e con una società italiana con sede a Roma, ha richieste per prospezioni nelle acque antistanti l’Abruzzo, il Molise e la Puglia. Ed è sempre quest’ultima a gridare più forte la sua contrarietà. Si sta preparando una mobilitazione di sindaci e da più parti si invoca il coinvolgimento delle altre regioni bagnate dallo stesso mare.

Dopo le mobilitazioni la questione delle ricerche petrolifere era rimasta sospesa ed anestetizzata per un anno e si cominciava a sperare ad un’archiviazione della vicenda. Invece l’iter è proseguito con le conferenze di servizi in cui non si è tenuto conto della contrarietà della Regione Puglia.

Per questo il sindaco del Comune delle Isole Tremiti, Antonio Fentini, ha lanciato l’iniziativa di una manifestazione da tenere insieme agli altri Comuni del territorio, al Parco nazionale del Gargano, alla Regione Puglia, alla Provincia di Foggia, a varie associazioni come Italia Nostra, da estendere ad Abruzzo, Molise ed alle altre regioni del litorale adriatico.

Le ricerche in mare sono la principale questione che preoccupa anche Legambiente che intende impugnare al Tar del Lazio il via libera alle prospezioni della Petroceltic. In totale le aree su cui pendono richieste per effettuare ricerche di petrolio hanno un’estensione di ben 4000 chilometri quadrati. Una ”lottizzazione” del mare italiano, secondo l’associazione del cigno verde che condivide l’allarme ripetutamente lanciato dal versante pugliese.

Si annunciano altre iniziative per contrastare queste ricerche. La voglia di fare è così tanta che si è creato anche un corto-circuito istituzionale. Sulla questione, infatti, sia il Parco nazionale del Gargano (gestore dell’Area marina protetta delle Tremiti) sia il Consiglio regionale pugliese si sono convocati martedì alle ore 10, stesso giorno e stessa ora.

Il presidente del Parco del Gargano, Stefano Pecorella, ed il presidente della Comunità del Parco, Ersilia Nobile (sindaco di Vieste), hanno convocato tutti i 18 sindaci dell’Area Protetta, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola e quello della Provincia di Foggia, Antonio Pepe, per un’assemblea monotematica in cui discutere sul da farsi per impedire le ricerche.

Sullo stesso tema si riunisce martedì a Bari il Consiglio regionale della Puglia, con la presenza dell’assessore all’ambiente Lorenzo Nicastro, e nell’occasione sarà consultato anche il movimento nazionale ”No Triv – No Petrolio” che si è costituito per evitare una prevista ondata di permessi di ricerche e trivellazioni su tutto il territorio italiano, acque territoriali comprese. Con il Decreto Sviluppo – temono gli ambientalisti – le norme sono diventate più snelle per compagnie perché nel Paese si pone la questione del fabbisogno energetico nazionale.

La Puglia rivendica uno sviluppo sostenibile basato sulle industrie tradizionali: turismo, balneazione, marineria, pesca professionale, diporto, tutte quelle che si reggono sui suoi circa 800 chilometri di costa. La Regione farà ricorso contro i pareri dei Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali appena rilasciati all’interno del procedimento per l’autorizzazione alle prospezioni sismiche a Petroceltic nello specchio di mare delle Tremiti.

A rendere più forte questo intento c’è proprio la tutela del simbolo per eccellenza del suo mare, le isole Tremiti, difese a spada tratta contro ogni tentativo di snaturarle. Le Diomedee continuano ad essere tirate in ballo ma non per le sue vocazioni, turismo e natura, bensì per altre ragioni.

fonte: Coro di no per le ricerche petrolifere in Adriatico, la ‘rivolta’ parte dalle Tremiti – Adnkronos Prometeo Sostenibilità Risorse.