Bertolucci (Cern): “Forti indizi sull’esistenza della particella di Dio”

“Gli esperimenti lo diranno domani però hanno un’evidenza molto solida e non più vaga. I dati sono compatibili con l’aver trovato un Higgs”. Insomma “gli indizi sono seri” che è stata trovata la particella di Dio. Nessun giro di parole da parte del fisico Sergio Bortolucci, capo della Ricerca e Computing del Cern, che, raggiunto telefonicamente a Ginevra dall’Adnkronos, alla vigilia dell’atteso annuncio di domani da parte dei fisici del Cern, e dopo cautela e fughe di notizie su media e blog di tutto il mondo, conferma così che quell’elusivo bosone di Higgs, che spiega come mai tutte le cose nell’universo abbiano una massa, davvero esiste.

L’analisi dei dati intanto sta procedendo negli esperimenti Atlas e Cms del Large Hadron Collider (Lhc), ma il margine di dubbio si è fatto sottilissimo. Al Cern di Ginevra come al Tevatron negli Usa, l’acceleratore di particelle in Illinois. La sicurezza degli scienziati del Tevatron è di ‘3 sigma’, considerata un ottimo livello, pari al 90%, ma a Ginevra avrebbero una sicurezza del 99,999% che la particella di Dio è stata trovata.

“Higgs però è un meccanismo ed è quello che dà la massa a tutti i costituenti della materia. Non basta aver trovato la particella ma capirne il meccanismo. E questo sarà il nostro lavoro da domani in avanti” avverte Bertolucci. Poi il capo di tutte le ricerche del Cern aggiunge subito. “E’ un bel momento, comunque”.

Dunque, cosa è stato trovato. Bertolucci usa una metafora che rende tutto più chiaro: le certezze ed i dubbi che si vogliono tenere ancora aperti. “Cercavamo un gatto, abbiamo trovato un animale che fa le fusa, che ha quattro zampe, che ha una coda ma non sappiamo se miagola o abbaia” dice il fisico italiano. “Quello che noi abbiamo visto -aggiunge- non possiamo ancora dire se miagola o abbaia ma è sicuramente qualcosa che è compatibile con un Higgs. Ora per dire che è proprio un gatto, che è proprio un Higgs, dobbiamo studiarlo ancora”.

Insomma all’Organizzazione europea per la ricerca nucleare, il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, un fiore all’occhiello della scienza europea e mondiale, continuano le ultime verifiche anche in queste ore prima dell’annuncio e resta un minimo margine di incertezza bassissimo. E, al tempo stesso, mentre si attende per domani l’annuncio del Cern, “forti indizi” che la particella di Dio esista vengono confermati anche dai fisici del Fermi National Accelerator Lab che, dopo dieci anni di lavoro con il Tevatron, a loro volta hanno annunciato di aver visto “il più forte indizio” della particella di Dio in frammenti di collisioni nell’acceleratore dell’Illinois.

E, se gli scienziati al di qua ed al di là dell’Oceano confermano quanto hanno fatto trapelare, si tratterebbe di una delle scoperte scientifiche più importanti degli ultimi cento anni. Soprannominata “particella di Dio”, il bosone, o il “campo di Higgs” di cui è prodotto, è all’origine della massa e la conferma della sua esistenza potrebbe segnare un enorme passo avanti alla scienza.

Quindi c’è un’attesa da red carpet per questo annuncio di domani del Cern, per il quale c’è in collegamento anche il ministro italiano della Ricerca, Francesco Profumo. I responsabili dei due esperimenti, Fabiola Gianotti di Atlas e Joseph Incandela di Cms, hanno deciso di diffondere i dati per il congresso di fisica delle particelle che si apre proprio domani in Australia, a Melbourne, dove si svolgerà fino all’11 luglio prossimo. Ma perché tanta attesa per questo Higgs la cui caccia, costata circa 8 mld di euro, è iniziata già 50 anni fa. Il primo a mettere sotto i riflettori l’elusivo bosone è stato Peter Higgs che, nel 1964, ritenne che da qualche parte questa particella doveva esserci.

Il bosone di Higgs è un ipotetico bosone massivo e scalare previsto dal Modello standard ed è l’unica particella del modello la cui esistenza doveva essere ancora verificata sperimentalmente. Giocherebbe un ruolo fondamentale in quanto portatore di forza del campo di Higgs, che secondo la teoria permea l’universo e, mediante rottura spontanea di simmetria dei campi elettrodebole e fermionico, conferisce la massa alle particelle. Va fatta una distinzione fra meccanismo di Higgs e bosone di Higgs. Introdotti nel 1964, il meccanismo di Higgs fu teorizzato dal fisico scozzese Peter Higgs, insieme a François Englert e Robert Brout, lavorando su un’idea di Philip Anderson, e indipendentemente da G. S. Guralnik, C. R. Hagen, e T. W. B. Kibble, tutti questi fisici, rimasti relativamente in ombra rispetto a Peter Higgs, sono stati premiati nel 2010 per il loro contributo.

Ma solo la pubblicazione di Higgs citava esplicitamente, in una nota finale, la possibile esistenza di un nuovo bosone. Egli aggiunse tale nota dopo che una prima stesura era stata rifiutata dalla rivista Physics Letters, prima di reinviare il lavoro a Physical Review Letters. Il bosone e il meccanismo di Higgs sono stati successivamente incorporati nel Modello standard, in una descrizione della forza debole come teoria di gauge, indipendentemente da Steven Weinberg e Abdus Salam nel 1967. Ed ora la caccia sembra davvero finita.

fonte: Bertolucci (Cern): “Forti indizi sull’esistenza della particella di Dio” – Adnkronos Cronaca.