Ascolti boom per Celentano ”La cosa che mi ha colpito di più? Sono io”

 “Ciao ragazzi, la cosa che mi ha colpito di più dei due concerti che ho fatto all’Arena, sono io“. E’ il commento scritto da Adriano Celentano sul suo blog all’indomani del successo del suo ‘RockEconomy’ dall’Arena di Verona.

La seconda serata dello show su Canale 5 supera la prima nel confronto degli ascolti e nella parte finale punta verso un clamoroso 40% di share: nella prima parte dello show di ieri share al 30,7% con 9.338.000 spettatori (contro 29,82% con 9.257.000 della sera precedente), nella seconda parte 32,7% con 9.124.000 (contro il 30,87% con 9.159.000), nella terza parte 38,5% con 8.653.000 (contro il 34,49% con 8.509.000).

La media ponderata dell’intero programma è stata di 9.112.000 spettatori con il 32,8% di share, contro gli 8.918.000 con il 31,8% della serata precedente.

Picco di share sul nonsense di ‘Prisencolinensinainciusol’ . Alle 23,20, quindi nella parte finale dello show, Celentano ha fatto suo il 43% della platea televisiva di quel momento, proprio mentre intonava il suo pezzo in inglese maccheronico datato 1972, l’anno in cui uscì il suo 48esimo 45 giri con ‘Disc Jockey’ e , appunto, ‘Prisencolinensinainciusol’.

Il brano, poi inserito nell’album ‘Nostalrock’ del 1973, all’inizio non riuscì neppure ad entrare in classifica e venne rilanciato da Celentano nel 1974 in due trasmissioni televisive, ‘Formula due’ e ‘Milleluci’, riuscendo questa volta ad arrivare fino alla quinta posizione fra i singoli più venduti.

Al picco di share su ‘Prisencolinensinainciusol’, si allinea il picco di pubblico registrato, poco prima delle 22, da ‘Il ragazzo della via Gluck’ con oltre 10 milioni di spettatori (contro una media della serata di 9 mln 159mila spettatori).

‘Il ragazzo della via Gluck’, il testo più identitario in assoluto di Celentano, diede nome a un album uscito nel 1966. Celentano aveva portato il brano al Festival di Sanremo di quell’anno, ma sul palco dell’Ariston ‘Il ragazzo della via Gluck’ era stato relegato agli ultimi posti della classifica, senza riuscire a entrare nella serata finale. Il verdetto di Sanremo fu però contraddetto da un clamoroso successo di vendite. ‘Il ragazzo della via Gluck’ diventò così, insieme ad ‘Azzurro’ (1968), la canzone più nota di Celentano.

Nel testo, dove rivive l’infanzia e dell’adolescenza di Celentano, appunto nella milanese via Gluck dove viveva con la famiglia, compare per la prima volta il tema dell’ecologia che diventerà poi uno dei preferiti del cantante.

Giancarlo Leone, direttore di Rai Intrattenimento, commenta con l’Adnkronos il boom di ascolti di Celentano dopo il ‘no’ della Rai al concerto veronese e riguardo alla disponibilità futura di Viale Mazzini verso il Mollegiato afferma: “Premesso che quasiasi scelta strategica viene compiuta in sintonia e su indirizzo del vertice aziendale, come è avvenuto nella scelta di non poter finanziare il concerto di Celentano a Verona, ritengo in Rai non vi possano essere preclusioni su nessun artista, tanto meno per chi rappresenta l’eccellenza della musica”.

Leone rimette tutto, dunque, nelle mani dei vertici aziendali ma sottolinea con garbo la buona occasione perduta e l’opportunità di non ripetere l’errore, anche perché risuonano ancora nell’aria le sibilline parole di Celentano che ieri sera, all’Arena di Verona, ha accennato al suo pubblico di una prossima occasione di incontro primaverile.

Adriano ieri sera tra il ‘Ragazzo della via Gluck’, cantata con la chitarra in mano, e un classico come ‘Soli’,non ha rinunciato al suo classico ‘sermone’. Serve una “rivoluzione che cambi le nostre vite”, ha sottolineato. ”Stare insieme significa essere legati da qualcosa che ci tiene uniti anche quando siamo soli, è questo che i politici non hanno capito, invece siamo tanti pezzi di un motore che non trovano assemblaggio“.

Per Celentano c’è ”la possibilità di ricostruire il patrimonio dell’Italia, perché è di questo che abbiamo bisogno per non sentirci slegati l’uno dall’altro. E stavolta, sentite cosa vi dico, anche i ricchi ci daranno una mano. Alcuni ricchi come Leonardo Del Vecchio della Luxottica, Benetton, Prada, lo stesso editore di questa trasmissione” e ”i padroni della Fiat”.

Adriano ha affrontato, oltre alla crisi economica, anche temi ambientalisti. ”Se dovessimo fare una classifica per stabilire gli ideali ai quali l’uomo aspira – ha esordito -, dopo l’amore c’è la bellezza del proprio habitat. I tempi sono maturi per ribaltare questo apatico sistema di vita, se tutti combattiamo per la stessa idea: la bellezza delle cose. Dove le verità non ci vengono rivelate da governi o dai politici ma dalla vita stessa della natura, che non può essere abbandonata. L’arte è nella natura e viene da Dio“.

Infine non poteva mancare un omaggio a Lucio Dalla quando si presenta sul palco Gianni Morandi che canta ‘Caruso’.

 

fonte: Ascolti boom per Celentano ”La cosa che mi ha colpito di più? Sono io” – Adnkronos Spettacolo.