Sesso-terapia per disabili, petizione on line a 5mila firme. Ideatore: ora una legge

disabili_xin--400x300La sesso-terapia per i disabili rompe i tabù anche nel nostro Paese. La petizione on line per istituire la figura dell’assistente sessuale, lanciata da Max Ulivieri, web designer con una grave disabilità, ha raccolto in pochi mesi circa 5.000 adesioni. Un successo che, come precisa Ulivieri, “è solo un primo passo. Ora -aggiunge- puntiamo a una normativa ad hoc in grado di venire incontro alle esigenze dei disabili anche dal punto di vista della sessualità”.

A rispondere all’appello in Rete (firmiamo.it/assistenzasessuale) sono state in maggioranza persone comuni, senza alcun handicap. In Italia non è previsto niente del genere. In alcuni Paesi europei, però, la figura dell’assistente sessuale già esiste. “In Svizzera, Danimarca, Olanda, Svezia e Germania – spiega Ulivieri all’Adnkronos Salute – ci sono associazioni che si occupano di questo tipo di assistenza. Addirittura in Olanda il servizio è a carico del servizio sanitario”. Niente a che fare con la prostituzione. “L’assistenza sessuale a persone con disabilità è praticata – precisa – da operatori volontari che hanno seguito dei corsi in ambito medico, sessuologico, etico e psicologico e che hanno sviluppato una grande sensibilità verso gli altri e un’apertura nei confronti della sessualità. Una terapia vera e propria rivolta al benessere psicofisico di persone che, per un motivo o per l’altro, si trovano a non essere autonome nell’espressione dei propri bisogni di tipo sessuale e, in senso lato, erotico-affettivi. Persone che possono riscoprire il proprio corpo come fonte di piacere e non solo di sofferenza e di disagi quotidiani, attraverso il contatto, le carezze, il massaggio, gli abbracci, i giochi erotici o anche semplicemente la presenza, l’affetto e l’umanità”.

Si tratta di un’assistenza altamente specializzata. Due requisiti sembrano però fondamentali: “L’assistente, oltre ad avere uno spiccato senso dell’altruismo, deve certamente avere una grande apertura mentale. Va detto – precisa Ulivieri – che l’assistenza sessuale non prevede rapporti completi”. Naturalmente la questione è delicata. Innanzitutto va chiarito bene a chi è rivolta questo tipo di assistenza. “In linea di massima – spiega Ulivieri – dovrebbe riguardare determinate forme di disabilità fisica che limitano o rendono impossibile l’uso delle mani per prendersi cura del proprio corpo e rendono difficoltosa o proibitiva l’interazione fisica e sessuale con qualsiasi tipo di partner consenziente, sia disabile che normodotato”. Questo in linea di massima, appunto, perché “la situazione varia caso per caso – precisa Ulivieri – Io ad esempio, pur soffrendo di una grave disabilità non ne avrei bisogno, visto che vivo con la mia compagna da anni. Magari un’altra persona, con un handicap più lieve del mio, potrebbe però avere più difficoltà ad accettare il proprio corpo e quindi più problemi nelle relazioni affettive”.

 

fonte: Sesso-terapia per disabili, petizione on line a 5mila firme. Ideatore: ora una legge – Adnkronos Cronaca.