Nella percezione dei turisti stranieri – segnala lo studio – il gradimento dell’Italia resta altissimo: il voto medio complessivo assegnato al nostro Paese è 8,25. Ma il Paese potrebbe reggere meglio alla competizione internazionale, sempre più agguerrita, se si dotasse di una politica del turismo in grado di sfruttare le grandi potenzialità del nostro territorio e del nostro patrimonio culturale e artistico.
I lusinghieri voti espressi dagli stranieri contrastano con il calo costante della quota di turismo estero che l’Italia intercetta sul piano mondiale. Eravamo agli inizi del decennio oltre il 6% e siamo scesi ben sotto il 5%. Ragione di più, secondo Confesercenti, di “elaborare un progetto turismo Italia che veda un confronto aperto e concreto fra Governo, parti sociali e autonomie locali. Ma con tempi rapidi e obiettivi precisi”. “Serve – suggerisce l’associazione – una politica di promozione nazionale del turismo, che affianchi quelle messe in campo dalle singole regioni in maniera organica”.
Per Confesercenti “bisogna soprattutto lavorare per risolvere la questione Sud: tematica cruciale per l’area, perché il settore del turismo rappresenta un ambito di potenziale sviluppo di territori dove la presenza industriale è più modesta, e in grave sofferenza negli ultimi anni. Pertanto, la scarsa capacità di attrazione dei turisti stranieri risulta un elemento che non dobbiamo assolutamente trascurare”.
Il dettaglio territoriale mostra forti disparità tra i territori. Gli stranieri tendono a privilegiare mete nel Centro-Nord: Roma mantiene la testa della classifica degli arrivi, seguita da Milano, Venezia e Firenze. Ma si fa valere anche la provincia italiana: subito dopo, in graduatoria, compaiono città come Varese, Imperia, Trieste, Como. Solo il 13 per cento degli arrivi dall’estero, invece, è registrato nelle regioni del Mezzogiorno: le destinazioni delle regioni meridionali attraggono meno gli stranieri, o perlomeno, ne registrano una minore presenza.
fonte: Turismo, gli stranieri promuovono l’Italia ma pochi vanno al Sud – Adnkronos Economia.