Il nuovo materiale a base di Dna bioartificiale, messo a punto dai ricercatori dell’Università della California a Santa Barbara, è descritto di recente su ‘Pnas’. Secondo i suoi creatori, Omar Saleh e Deborah Fygenson, si tratta di “un materiale ‘smart’, con capacità meccaniche attive”, che sono alla fin fine “molto simili a quelle di una cellula vivente”. Il gel al Dna ha le dimensioni di una cellule eucariotica e, secondo i ricercatori, avra’ numerose applicazioni biomedicali. Potrebbe essere usato per costruire “muscoli artificiali, ma anche per le nanotecnologie nelle scienze della vita”. Con il mini-tessuto di fegato ‘stampato’ in 3D, che ha fatto il giro del mondo qualche mese fa, si avvicina la produzione di organi umani biotech realizzati in laboratorio. Cuore, ma anche fegato, reni, intestino e pancreas ‘costruiti’ in laboratorio con un organo animale ‘ripulito’ da tutte le sue cellule, e ‘imbottito’ con staminali del grasso del ricevente, in grado di essere trapiantati bypassando il problema del rigetto e della carenza di organi disponibili. Questa la ricerca cui si dedica Cristiana Rastellini, scienziata romana emigrata negli Stati Uniti nel 1992, dove dirige i trapianti cellulari e la ricerca sui trapianti d’organo all’Università del Texas. “Lo studio è molto promettente. Stiamo lavorando su modelli animali, ma l’idea di arrivare un giorno all’uomo sembra fattibile, anche perché la cosa è concettualmente molto semplice”,