“E un gesto estremo”, spiega all’Adnkronos Salute Mariangela La Manna, vicepresidente del Comitato, “per dire al governo che siamo disposti a tutto: abbiamo una persona in crisi respiratoria, resisterà tre ore dopodiché saremo accusati tutti di omissione di soccorso. E ci sono tre persone in ipotermia, perché in attesa da ore sotto al ministero. Il governo non può dire di non essere responsabile”.
Il Comitato 16 novembre chiede che i malati di Sla e disabili gravi “possano ricevere assistenza a casa e non inviati per forza nelle Rsa – continua Lamanna – Basta togliere i soldi a queste strutture e darli alle famiglie, in modo che il malato possa scegliere. Per l’assistenza a domicilio basta meno di un quarto di quelle risorse”. Tore Usala, che sta mettendo a repentaglio la sua vita per chiedere ascolto, ha preparato un emendamento ad hoc. “Vogliamo sia il governo a prendersene carico. Letta dimostri di avere le ‘palle d’acciaio’. Al momento, però, non abbiamo segnale positivo. Abbiamo fatto oltre 10 presidi, con persone la cui salute è delicatissima”. E “abbiamo avuto il morto”: poco meno di un mese fa, infatti, Raffaele Pennacchio ha concluso tragicamente il presidio davanti al ministero dell’Economia. “In piazza ci sono malati con condizioni di salute gravissima – conclude – il governo deve prendersi la responsabilità di costringerci a questo. Se dobbiamo morire, almeno scegliamo di farlo urlando la nostra rabbia. Non ci fermeremo”.
fonte: Nuova protesta dei malati di Sla, un manifestante si stacca il respiratore – Adnkronos Cronaca.