Ad ascoltare le sue parole è stata la giornalista del Fatto quotidiano Sandra Amurri, che oggi racconta quanto visto deponendo al processo per la trattativa tra Stato e mafia in corso a Palermo. “Era il 21 dicembre del 2011 – dice la giornalista – e io avevo appuntamento con l’onorevole Aldo Di Biagio davanti al bar Giolitti per parlare della storia della compravendita dei senatori. C’era molto freddo e io ero imbacuccata con sciarpa e cappello. Sono entrata nel bar che era affollato. Mi sono seduta fuori per fumare. A quel punto ho visto Mannino. Io ero seduta con lo sguardo verso Piazza del Parlamento e Mannino mi dava le spalle. Lui non mi ha visto o non mi ha riconosciuto. Ha iniziato a parlare con un’altra persona”.
“La mia attenzione è stata attratta da quella conversazione quando ho iniziato a sentire quello che Mannino diceva all’altro signore che non ho riconosciuto, solo in seguito ho saputo che si trattava di Giuseppe Gargani. Mannino era molto concitato: “Glielo devi dire a De Mita, lui è stato chiamato. Lui deve confermare la nostra versione, perché questa volta ci fottono”, diceva Mannino. E il suo interlocutore gli diceva: “Sì sì non ti preoccupare”. Lui diceva: “stavolta hanno capito tutto a Palermo, stavolta ci fottono”. Mannino ha detto poi: “Quel cretino di Ciancimino di cazzate ne ha dette tante ma su di noi ha detto la verità e il padre di noi sapeva tutto, no?”. Non sapendo io che fosse indagato per la trattativa, io non capivo. Cercavo di ascoltare con attenzione. “Te lo ripeto, devi dire a De Mita che deve dire le stesse cose nostre. Assolutamente”.
A quel punto, Mannino si è girato leggermente e li’ mi ha vista, solo allora dice qualcosa all’orecchio dell’eurodeputato Giuseppe Gargani e l’altro ha fatto un’espressione meravigliata. Si sono fatti gli auguri e si sono salutati. Mannino è andato verso il Pantheon. Il contatto durò diversi minuti. Appena ho visto Di Biagio, che mi conosce, mi ha detto: “Cosa hai fatto che non ti riconosco, sono rimasta sconvolta”. “Ma prima ho inseguito per qualche metro l’interlocutore di Mannino e l’ho fotografato perché non lo riconosceva – ha detto ancora Amurri – poi l’ho inviata via sms ad Antonio Ingroia e l’ho mostrata al mio direttore Antonio Padellaro e a Marco Travaglio. E’ stato Travaglio a riconoscerlo”.
“Soltanto a gennaio 2012 ho scoperto che Mannino era indagato per la trattativa – doice ancora Sandra Amurri – Mandai un sms a Travaglio e gli ho detto che questa era la chiave di quell’incontro di Mannino con Gargani. Tornando da Taranto dove ero in vacanza parlai con il pm Antonino Di Matteo per mettere a verbale quanto avevo visto. Fui contattata da un ufficiale della Dia che mi disse che Antonio Ingroia era a Taranto per un convegno e li’ ci saremmo potuti vedere per verbalizzare”.