Scure su sanità, via metà Province

Il Consiglio dei ministri dopo un riunione fiume durata oltre sette ore nella notte tra giovedì e venerdì, ha varato il decreto sulla spending review. Il Governo ha approvato interventi per la riduzione della spesa pubblica che consentiranno risparmi per lo Stato per complessivi 26 miliardi in tre anni: 4,5 miliardi per il 2012, 10,5 miliardi per il 2013 e di 11 miliardi per il 2014. Oggi a fine giornata il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato il decreto legge.

Le principali novità contenute nel testo, pubblicato già oggi in Gazzetta Ufficiale, riguardano il congelamento dell’aumento Iva fino al 2014, il dimezzamento delle Province (le modalità per la loro sopravvivenza, con il contributo delle Regioni, saranno rese note solo tra dieci giorni) e i tagli alla sanità. Dal decreto sparisce, comunque, la norma, che aveva sollevato tante polemiche, sulla chiusura del piccoli ospedali con meno di 120 posti letto. Salvi dunque i mini-ospedali, alle Regioni viene, però, “raccomandato” di procedere alla riorganizzazione della rete ospedaliera. “In modo – fanno sapere dal ministero della Salute – che si evitino doppioni e sovrapposizioni”.

SANITA’ – Il governo ha confermato, nell’ambito della sanità, tutte le altre misure di riduzione della spesa: taglio del Fondo sanitario nazionale, ridefinizione dei tetti di spesa farmaceutica, riduzione della spesa di acquisto di beni, servizi e prestazioni da privati accreditati. Confermata anche la riduzione dei posti letto ospedalieri: lo standard nazionale scende a 3,7 ogni mille abitanti, con lo 0,7 da dedicare a riabilitazione e lungodegenza. Un taglio – fanno sapere dal dicastero di Lungotevere Ripa – di circa 18 mila posti letto da fare però con razionalità, come già stanno peraltro facendo le Regioni. Ad esempio, se ci sono tre Neurochirurgie una di fianco all’altra, queste si possono accorpare. L’analisi della spesa sanitaria delle diverse Regioni, delle singole aziende sanitarie locali e ospedaliere ha evidenziato – si legge nel comunicato di Palazzo Chigi – una notevole variabilità dei costi sostenuti per l’acquisto di beni e servizi (sanitari e non sanitari) di farmaci e di dispositivi medici. Si è quindi deciso di concentrare gli sforzi per una riduzione dei costi sanitari su quattro capitoli di spesa: condizioni di acquisto e fornitura di beni e servizi; spesa per i farmaci; spesa per i dispositivi medici; acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati. Riguardo al primo capitolo, si prevede anzitutto la rideterminazione degli importi e delle prestazioni previsti nei singoli contratti di fornitura nella misura del 5%, a decorrere dall’entrata in vigore del decreto legge e per tutta la durata del contratto. Tale misura straordinaria produrrà pienamente i suoi effetti a decorrere dal 2013 e sarà basata sull’obbligo per le centrali di acquisto di tenere conto dei nuovi contratti dei prezzi di riferimento che via via l’Autorità di controllo sui contratti pubblici renderà noti e disponibili. Per i contratti già stipulati è prevista invece una rinegoziazione tra azienda sanitaria e fornitori, oppure la possibilità di recesso da parte della struttura pubblica, nel caso di significativi scostamenti (20%) tra i prezzi in vigore e quello di riferimento. In campo farmaceutico, il decreto prevede per il 2012 un aumento dello sconto obbligatorio che le farmacie e le aziende farmaceutiche praticano nei confronti del Servizio sanitario nazionale. Lo sconto passa, per le farmacie, da 1,82% a 3,85% ed è variabile, a partire dall’entrata in vigore del decreto, per il 2012, 2013, e 2014. Per le aziende farmaceutiche lo sconto passa da 1,83% a 6,5%, per il solo anno 2012, a partire dall’entrata in vigore del decreto. Per gli anni successivi la revisione della spesa viene operata tramite una ridefinizione delle regole che prevedono un tetto di spesa sia per la farmaceutica convenzionata territoriale che per la farmaceutica ospedaliera.

TAGLI ALLE REGIONI – ‘Le risorse a qualunque titolo dovute dallo Stato alle Regioni a statuto ordinario, escluse quelle destinate al finanziamento corrente del Servizio sanitario nazionale, sono ridotte di 700 milioni di euro per l’anno 2012 e di 1.000 milioni di euro a decorrere dall’anno 2012”. E’ quanto si legge sulla Spending review varato dal Cdm e appena firmato dal presidente della Repubblica.

IVA – A partire dal 2014 l’Iva agevolata passerà all’11% mentre l’imposta del attualmente al 21% arriverà al 22%. Lo prevede la versione definitiva del decreto legge spending review, uscito da palazzo Chigi. Il provvedimento, inoltre, fa slittare al 30 giugno del 2013 il possibile taglio dei fondi per le detrazioni e il welfare, nel caso in cui non saranno raggiunti gli obiettivi fissati.

INTERCETTAZIONI -”Il ministero della Giustizia adotta misure volte alla razionalizzazione, rispettivamente, dei costi dei servizi di intercettazione telefonica, in modo da assicurare risparmi non inferiori a 20 milioni di euro per l’anno 2012 ed euro 40 a decorrere dall’anno 2013”. E’ quanto prevede il testo definitivo decreto legge sulla spending review. Secondo quanto viene spiegato da fonti di governo, il contenimento dei costi delle intercettazioni non intaccherà pero’ il numero e la possibilita’ di ricorrere a tale strumento. I risparmi deriveranno infatti dalla decisione di indire una gara unica nazionale che conterra’ i costi di affitto delle apparecchiature e le spese richieste dai gestori                                  fonte: Scure su sanità, via metà Province – Adnkronos Economia.