Sarah, Misseri contro i pm: ”Non volete la verità, così l’ammazzate di nuovo”

 E’ durato complessivamente 9 ore e mezza il lunghissimo interrogatorio di Michele Misseri al processo per l’omicidio di Sarah Scazzi.

Nella parte finale sono state ascoltate una decina di intercettazioni ambientali, tutte già note, per ognuna delle quali la difesa e l’accusa hanno sottolineato gli aspetti a favore e a sfavore delle due due principali imputate, Sabrina Misseri e Cosima Serrano.

La prossima udienza si terrà martedì 18 dicembre quando le parti avranno la possibilità di chiedere l’ascolto di nuovi testimoni o di risentire testi già ascoltati durante il dibattimento.

Voi non volete la verità, la verità la voglio solo io per quella poveretta.Io l’ho ammazzata una volta ma voi chissà quante volte la state ammazzando“. Così Michele Misseri si è rivolto al pm Mariano Buccoliero e al procuratore aggiunto Pietro Argentino che, durante il controesame davanti alla Corte di Assise del Tribunale di Taranto, gli rivolgevano delle contestazioni riguardanti in particolare l’interrogatorio del 5 novembre 2010 quando l’uomo, in carcere, sentito dagli stessi magistrati, alla presenza del suo avvocato dell’epoca Daniele Galoppa e della consulente criminologa di quest’ultimo Roberta Bruzzone, riferì per la prima volta che la figlia era l’unica autrice dell’omicidio della nipotina quindicenne.

Il pm Buccoliero, di fronte alla spiegazione di Michele che per l’ennesima volta ha detto che a indurlo a quella confessione erano stati il suo legale e la consulente, ha contestato che però i due non erano riusciti a fargli cambiare versione sul presunto vilipendio del cadavere della vittima.

Nel corso del controesame, in cui è stato ascoltato come testimone citato dalla difesa ma nel processo è imputato di concorso in soppressione di cadavere, Misseri è inoltre quasi sbottato di fronte ad una domanda e all’ennesima contestazione del pm rispetto all’interrogatorio del 15 ottobre 2010, una giornata convulsa in cui dopo un’ispezione nel garage della sua abitazione insieme agli inquirenti che lo avevano arrestato una settimana prima, chiamò per la prima volta in correità la figlia Sabrina. ”Del 15 ottobre non rispondo più perché non ricordo niente. Ero con i farmaci, ero imbottito con i tranquillanti – ha detto Misseri – Il 15 ottobre mi avete portato dove avete voluto. L’avvocato Galoppa doveva dire ‘basta, questo interrogatorio non va avanti'”.

Ad un certo punto l’uomo, senza alcuna motivazione relativa all’argomento trattato, ha mostrato una corda non molto lunga presentandola come possibile ultimo pezzo della corda con cui avrebbe strangolato Sarah o comunque molto simile alla corda utilizzata, anche, come lui ha spiegato, per la presenza ”di cuciture”. La presidente della Corte lo ha invitato a conservare l’oggetto.

Il pm Buccoliero ha chiesto spiegazioni a Misseri sul momento dell’omicidio. In particolare ha chiesto il motivo per il quale, dopo avere afferrato alle spalle la vittima, l’avrebbe lasciata per un attimo per prendere la corda con cui l’avrebbe strangolata. L’uomo ha risposto di aver preso il primo oggetto che aveva a disposizione. “Se avessi avuto un cacciavite avrei preso un cacciavite“, ha affermato.

Il pm gli ha anche contestato una intercettazione ambientale in carcere, mentre parla con la figlia Valentina:della zona del pozzo “la mamma sicuramente lo sapeva”. “Voglio vedere come è stato tradotto dal dialetto”, ha risposto Michele. In pratica, l’uomo sostiene che l’esistenza del pozzo non era conosciuta dalla moglie Cosima Serrano.

Io volevo chiedere perdono a tutti, anche alla mamma di Sarah – ha detto ancora Misseri durante il controesame – Dopotutto ha perso una figlia. Io non ho avuto mai niente contr

 

 

fonte: Sarah, Misseri contro i pm: ”Non volete la verità, così l’ammazzate di nuovo” – Adnkronos Cronaca.