Ricerca, tra gel al Dna e stampanti 3D la ‘fabbrica’ dei pezzi di ricambio umani

dna--400x300Dal gel dinamico a base di Dna, che promette di diventare la base per la creazione di muscoli in laboratorio, fino al fegato bioartificiale a base di cellule staminali appena ideato in Giappone, la fabbrica dei ‘pezzi di ricambio’ diventa sempre più hi-tech e si arricchisce di mese in mese di nuovi successi. Gli scienziati di tutto il mondo – inclusi anche alcuni italiani – sembrano rincorrersi nella messa a punto di organi, tessuti e muscoli umani in grado di sostituire i ‘pezzi’ difettosi. Una corsa che punta a risolvere la questione della carenza degli organi da destinare ai trapianti, ma anche i pesanti problemi di rigetto, che di recente hanno portato Walter Visigalli – l’uomo che nel 2000 a Monza fu protagonista del primo trapianto di mano in Italia – a farsi amputare l’arto impiantato il 17 ottobre di 13 anni fa.

Il nuovo materiale a base di Dna bioartificiale, messo a punto dai ricercatori dell’Università della California a Santa Barbara, è descritto di recente su ‘Pnas’. Secondo i suoi creatori, Omar Saleh e Deborah Fygenson, si tratta di “un materiale ‘smart’, con capacità meccaniche attive”, che sono alla fin fine “molto simili a quelle di una cellula vivente”. Il gel al Dna ha le dimensioni di una cellule eucariotica e, secondo i ricercatori, avra’ numerose applicazioni biomedicali. Potrebbe essere usato per costruire “muscoli artificiali, ma anche per le nanotecnologie nelle scienze della vita”. Con il mini-tessuto di fegato ‘stampato’ in 3D, che ha fatto il giro del mondo qualche mese fa, si avvicina la produzione di organi umani biotech realizzati in laboratorio. Cuore, ma anche fegato, reni, intestino e pancreas ‘costruiti’ in laboratorio con un organo animale ‘ripulito’ da tutte le sue cellule, e ‘imbottito’ con staminali del grasso del ricevente, in grado di essere trapiantati bypassando il problema del rigetto e della carenza di organi disponibili. Questa la ricerca cui si dedica Cristiana Rastellini, scienziata romana emigrata negli Stati Uniti nel 1992, dove dirige i trapianti cellulari e la ricerca sui trapianti d’organo all’Università del Texas. “Lo studio è molto promettente. Stiamo lavorando su modelli animali, ma l’idea di arrivare un giorno all’uomo sembra fattibile, anche perché la cosa è concettualmente molto semplice”,

 

fonte: Ricerca, tra gel al Dna e stampanti 3D la ‘fabbrica’ dei pezzi di ricambio umani – Adnkronos Cronaca.