Nobel per la medicina all’inglese Gurdon e al giapponese Yamanaka

 Sono il britannico John B. Gurdon e il giapponese Shinja Jamanaka i vincitori del Premio Nobel 2011 per la Fisiologia e la Medicina, appena annunciati a Stoccolma. Sono statipremiati per la scoperta delle cellule che possono essere riprogrammate diventando pluripotenti. In pratica cellule adulte, e già differenziate, possono essere fatte tornare ‘bambine’. Si possono sviluppare così in qualunque tipo di tessuto del corpo umano. Una scoperta, sottolinea l’assemblea nelle sue motivazioni, che ha rivoluzionato la comprensione di come le cellule e gli organismi si sviluppano.

Una sorpresa e un grandissimo onore, ha commentato intervistato sul sito del Premio Nobel, Yamanaka. Il chirurgo ortopedico giapponese, poi ‘convertito’ alla ricerca di base, sottolinea: “E’ un grandissimo onore per me”, e in particolare lo è “anche il fatto di dividere il premio con John Gurdon, perché lo rispetto molto”. Raggiunto a casa, mentre si preparava ad andare al lavoro, lo scienziato si è detto molto sorpreso: “Non me lo aspettavo affatto – racconta – sono stato allertato dalla mia segretaria del fatto che c’era una chiamata al mio numero”, ma era mezzanotte, così “sono rimasto davvero sorpreso. Ho detto solo ‘Wow’, non potevo crederci”. Questo campo “ha una storia lunga, si tratta di una ricerca iniziata con Gurdon”, con cui lo studioso nipponico andrà a dicembre a Stoccolma per ritirare il premio. “Ho dovuto cambiare la mia carriera dalla clinica al laboratorio, ma io resto un medico e il mio obiettivo è davvero quello di aiutare i pazienti.

L’obiettivo della mia vita – conclude – è portare la tecnologia delle staminali nella” pratica “clinica”.I due scienziati, a distanza di 40 anni, sono riusciti a mandare indietro nel tempo l’orologio della vita,trasformando delle cellule adulte in embrionali e regalando loro uno stato di simil-staminali. Nelle primissime fasi di sviluppo, a pochi giorni dal concepimento, l’embrione è formato da cellule immature, ciascuna capace di svilupparsi in tutti i tipi cellulari che costituiscono l’organismo adulto. Queste cellule sono le staminali pluripotenti, cellule embrionali appunto, il cui uso per la ricerca è fonte di polemiche e contestazioni ed e’ permesso solo in alcuni Paesi. Man mano che l’embrione si sviluppa, anche queste cellule maturano e si differenziano formando nervi, muscoli e organi. Si riteneva che questo ‘viaggio’ fosse a senso unico e che le cellule non potessero tornare indietro, a uno stadio di pluripotenza. Ma i due neopremi Nobel hanno smontato questa convinzione.

Padre storico della clonazione, sir Gurdon è stato il primo a dimostrare nel 1962 che la differenziazione delle cellule è un processo reversibile. Sostituendo il nucleo di una cellula uovo immatura di una rana con il nucleo di una cellula intestinale matura, la prima anche se modificata si sviluppa in un normale girino. Lo scienziato aveva trovato la prova che il Dna di una cellula matura ha tutte le informazioni necessarie per dare vita a tutti gli altri tipi cellulari. Le ricerche si sono allora moltiplicate e la tecnica perfezionata, portando virtualmente alla clonazione dei mammiferi. L’esperimento di Gurdon, da cui tutto aveva avuto origine, comportava però la sostituzione di nuclei cellulari. Sarebbe stato possibile ottenere gli stessi risultati lasciando la cellula intatta?

DA questa domanda ha risposto, con i suoi esperimenti, Yamanaka. Oltre 40 anni dopo, nel 2006, il giapponese ha infatti scoperto che cellule adulte nei topi possono essere riprogrammate a uno stadio di immaturità, rendendole staminali pluripotenti, in grado di differenziarsi nei tessuti desiderati. Sorprendentemente, bastava introdurre un pugno di geni per ottenere queste simil-staminali.

Due scoperte che sono delle pietre miliari, evidenzia l’assemblea: da allora i libri di testo sono stati riscritti e si sono aperti e consolidati nuovi filoni di ricerca. Riprogrammando le cellule adulte dell’organismo umano, gli scienziati hanno creato nuove opportunità per studiare le malattie e soprattutto mettere a punto nuovi strumenti di diagnosi e cura.

 

fonte: Nobel per la medicina all’inglese Gurdon e al giapponese Yamanaka – Adnkronos Cronaca.