Monti lascia, verso voto a febbraio

Prima il ‘sì’ alla legge di stabilità poi le “irrevocabili” dimissioni. L’annuncio del premier Mario Monti, ieri sera al Quirinale (due ore di colloquio con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano) spiazza tutti. E accelera, di fatto, la data del voto, quel 10 marzo ipotizzato fino a ieri: le elezioni potrebbero tenersi addirittura a febbraio. Ore frenetiche, dunque, all’indomani della decisione chepreoccupa, in primis, il Capo dello Stato: a quanto apprende l’Adnkronos, ci sarebbero tra i consiglieri politici di Monti e alti esponenti delle gerarchie vaticane, contatti e colloqui sulle prospettive del Paese e sul futuro politico dello stesso premier.

Intanto, questa mattina il professore si è concesso una lunga passeggiata in centro a Milano. Terminata la messa di mezzogiorno il premier ha accompagnato a piedi la moglie vicino a casa, dopodiché assieme alla figlia ha percorso tutto corso Vercelli con una breve sosta in farmacia: all’uscita l’applauso di alcuni milanesi che gli hanno lanciato un invito, “non abbandonarci”. Una sola voce fuori dal coro, un anziano signore che gli ha rinfacciato il taglio delle pensioni. Poi Monti ha preso un caffè con brioche nella pasticceria Biffi all’inizio di corso Magenta. Fuori giornalisti e fotografi che lo attendevano: Monti gli ha sorriso ma non ha rilasciato dichiarazioni. Quindi, sempre a braccetto della figlia è tornato verso casa.

Giornata di fuoco, oggi, sotto il profilo delle reazioni. Angelino Alfano (Pdl) ha espresso al Tg1 “stima a Monti” rifiutando categoricamente “accuse di irresponsabilità” (“Casini e Bersani fanno propaganda”). Il Pdl, ha poi detto al Tg2 è una “forza responsabile” e “consentiremo l’approvazione della legge di stabilità e del decreto sull’Ilva, che sono punti per noi importanti”, la campagna elettorale “sarà lontana da ogni populismo e vicina alla piattaforma del Ppe”.

Per Walter Veltroni “Monti ha fatto un gesto di grande correttezza istituzionale, per non esporre il governo e il Paese al logoramento”. Ha quindi aggiunto ne ‘L’intervista’ su SkyTg24: “E’ stato talmente inopinato e improvvisato il gesto del Pdl che pagherà chi ha provocato questa situazione. Non ci si rende conto della delicatezza del momento che stiamo attraversando”.

Punta il dito contro Berlusconi Dario Francescini (Pd). “In due giorni dal suo ritorno in campo Berlusconi ha portato il Paese sull’orlo della crisi – ha dichiarato al Tg2 -, rischiando di vanificare i sacrifici compiuti dagli italiani per salvare l’economia”. Secondo Franceschini, che invoca il ritorno alle urne dopo la legge di stabilità, “ora non bisogna più perdere tempo”.

Esalta le scelte del presidente del Consiglio Pier Ferdinando Casini (Udc) che, al Tg2, ha affermato: “Anni di barzellette, demagogia e populismo ci hanno ridotto al punto in cui siamo. Da Monti è arrivato un gesto di serietà e responsabilità” e serve opporsi con forza “al ritorno del vecchio teatrino della politica”. E al Tg1, rispondendo a una domanda su una eventuale candidatura di Monti, il leader centrista ha detto: “C’è una politica seria che per quattro anni ha fatto opposizione a Berlusconi ed ha sostenuto Monti e c’è una società civile che non vuole il populismo. A questa noi dobbiamo dare una risposta”.

Il parere di Rocco Buttiglione (Udc) espresso all’Adnkronos è che “Monti ha governato sulla base di un patto fra gentiluomini e di questo patto faceva parte il fatto che Monti non si potesse schierare politicamente, perché non poteva candidarsi contro una delle forze che lo hanno sostenuto. Ma una volta rotto il patto per il tradimento così plateale di una di queste forze, il Pdl, questo patto fra gentiluomini viene meno e dunque Monti ha tutto il diritto il candidarsi, invitando il popolo italiano a sostenerlo”.

Esulta, invece, la Lega. “Aver fatto sloggiare (termine non casuale) Mario Monti dal Palazzo, a prescindere da chi ne abbia il maggior merito, sarà ricordato nei libri di storia come un grande atto di patriottismo”, ha commentato Mario Borghezio. “Questo governo non potrà infatti essere ricordato se non come nemico del Paese e chiunque verrà al suo posto – ha specificato l’esponente della Lega -, fosse anche il più lontano dalle mie idee politiche, sarà sempre meglio di un cameriere dell’alta finanza mondialista ed del potere bancario”.

In un post su Twitter il pensiero di Roberto Maroni (Lega): “Addio governo Monti (finalmente!), bentornato popolo sovrano. Ora al voto al più presto, anche a febbraio: noi siamo pronti. Prima il nord”.

 

 

fonte: Monti lascia, verso voto a febbraio – Adnkronos Politica.