L’omelia è stata pronunciata don Roberto Davanzo, direttore della Caritas Ambrosiana, che ha esordito con le parole di uno dei più grandi successi di Jannacci: “Si potrebbe andare tutti al tuo funerale, Enzo, come dicevi tanti anni fa”.
“Ebbene ora siamo in tanti, siamo tutti – ha proseguito il sacerdote -. Ma nella canzone (‘Vengo anch’io’, ndr) precisavi il motivo: per vedere se poi la gente piange davvero. E anche questo te lo possiamo garantire: la gente ti voleva bene, ti vuole bene”. Secondo don Davanzo, “non si può non voler bene a chi con la sua arte ha dato voce a quelli che la voce non ce l’hanno, ai tanti anonimi sconfitti dalla storia”.
A Sant’Ambrogio seduti in prima fila vi erano a sinistra i familiari dell’artista, mentre a destra i rappresentanti delle istituzioni: Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, Raffaele Cattaneo, presidente del consiglio regionale e Novo Umberto Maerna, assessore alla Cultura della Provincia di Milano. Dietro di loro, si scorgevano, in seconda fila, anche Renzo Arbore e Cochi Ponzoni. Sull’altare, invece, tra i gonfaloni delle istituzioni anche uno stendardo del Milan, squadra del cuore del cantautore.
Tra gli artisti e gli amici presenti al funerale, inoltre, c’erano Eugenio Finardi, Teo Teocoli, Fabio Fazio, Massimo Boldi e Franco Cerri.