La diversità di genere inizia dalle strade, solo il 3-4% dedicate a donne

Da via Dante Alighieri a via Giosuè Carducci fino a Giuseppe Garibaldi: la diversità di genere inizia dalle strade. Ebbene sì, sono veramente poche le strade intitolate alla donne con una percentuale nazionale che si attesta intorno al 3-4%. Prendendo in considerazione solo la città di Roma si scopre che la capitale d’Italia ha dedicato al gentil sesso solo il 3,7% delle proprie strade. I dati arrivano dal gruppo Toponomastica Femminile, nato nel gennaio 2012 per iniziativa di Maria Pia Ercolini che ad oggi conta più di 3800 adesioni. (FOTO)

Il primo convegno di Toponomastica Femminile si terrà il 6 e 7 ottobre prossimi, presso la Casa Internazionale delle Donne di via della Lungara. L’evento è stato organizzato dalla Casa internazionale delle donne, dall’Affi, Fnism con i patrocini del Comune di Roma, Anci e Anpi. L’idea è di impostare ricerche, pubblicare dati e fare pressioni su ogni singolo territorio affinchè strade, piazze, giardini e luoghi urbani in senso lato, siano dedicati alle donne per compensare l’evidente sessismo che caratterizza l’attuale toponomastica nelle nostre città.

La rilevazione, spiega all’Adnkronos, Claudia Antolini di Toponomastica femminile, ”ancora non si è conclusa ma non ci sono regioni che si distaccano in maniera significativa dalla media nazionale”. L’iniziativa, spiega la Antolini, ”non mira a sostituire i nomi delle strade ma a mettere in luce una situazione confidando nelle nuove intitolazioni”.

Analizzando le poche strade ‘al femminile’ emerge ”la vittoria netta delle figure religiose: da Santa Chiara a via di Santa Caterina” Gli esempi sono tanti, basti pensare che ”a Trieste, che conta 205 mila abitanti, su 25 strade intitolate alle donne, su un totale di 1305, la metà ricorda delle sante”.

Ci sono poi realtà che hanno onorato figure di spicco locali: “In Sardegna, ad esempio, si rileva una percentuale alta di strade dedicata a Grazia Deledda” e altre, invece, che ignorano totalmente le donne: ”il comune di Sacile, in provincia di Pordenone, che conta 20 mila abitanti, su 263 strade 100 sono dedicate a figure maschili. Le restanti, si riferiscono a toponomi, o a nomi non identificabili”.

All’appello del censimento non potevano ovviamente mancare anche dei nomi ‘bizzarri’: ”dal ponte della Zitta a Porcia, in provincia di Pordenone al più famoso ponte delle Tette di Venezia dove le prostitute si affacciavano per attirare i clienti”. Ma c’è anche: ”via delle Zoccolette a Roma e via delle Streghe a Perugia”. Insomma, “si tratta di figure femminili non meglio identificate”.

Da poco, spiega la Antolini, ”il gruppo Toponomastica Femminile ha lanciato a Roma una petizione per Miriam Mafai”, storica firma del quotidiano ‘La Repubblica’, morta il 9 aprile di quest’anno. La raccolta firme, dal nome ‘una strada per Miriam’, ”mira a dedicare alla nota giornalista un segmento di viale 8 marzo proprio sotto la sua abitazione a ridosso di villa Pamphili”.

Al momento ”sono state raccolte 400 firme per sottolineare che non bisogna per forza aspettare 10 anni dalla morte del personaggio di rilievo se c’è una volontà cittadina”. Le disuguaglianze, però, non riguardano solo la quantità ma anche la qualità: ”solitamente le strade dedicate alle donne sono secondarie e poco frequentate”.

Il convegno, dunque, conclude la Antolini, “sarà l’occasione per riassumere il lavoro fatto e allargare il discorso anche su altre tematiche”: dalla funzione orientativa e pedagogica delle strade ai criteri della celebrità per ‘passare alla storia’. L’evento, infine, comprenderà anche una mostra fotografica sulle strade intitolate alle donne, composta da quattro diverse sezioni (nazionale, estera, romana, partigiane).

fonte: La diversità di genere inizia dalle strade, solo il 3-4% dedicate a donne – Adnkronos Prometeo Sostenibilità Tendenze.