Gassman: “Mio padre nell’Italia di oggi si rifugerebbe nella poesia”

“Di fronte a questo cambiamento dell’Italia, mio padre non avrebbe piu’ interpretato i suoi caretteristici ruoli di ladro o di ‘sola’, per dirla alla romana, ma si sarebbe rifugiato nella lingua italiana, chiudendo la sua carriera come scrittore o poeta. Magari facendo ricerche letterarie sulla poesia”. Non ha dubbi Alessandro Gassman che, in un’intervista all’Adnkronos, ricorda il padre Vittorio, scomparso il 29 giugno del 2000 e che domani compirebbe 90 anni.

”Il Paese -afferma Gassman- e’ molto cambiato, e anche i ‘furbastri’ che mio padre interpretatava nei suoi film, sono molto cambiati e quelli di oggi fanno piu’ paura. Per intenderci -sottolinea- un personaggio come quello interpretato da mio padre ne ‘Il sorpasso’, c’e’ il rischio che oggi durerebbe due ore perche’ gli sparerebbero subito”.

Alessandro Gassman ricorda l’aspetto provato del ‘mattatore’, considerato uno dei migliori attori italiani, da sempre impegnato in ruoli di ladro e furbacchione (”ha aperto la strada ai ruoli di ladro nel cinema italiano”, ricorda il figlio), che in famiglia ”era taciturno, spesso fuori casa per lavoro ma sempre presente quando serviva. Amava il contatto fisico -ricorda Alessandro Gassman- gli piaceva abbracciarci, soprattutto me e Jacopo che eravamo i figli piu’ piccoli”.

E le cose che Gassman ricorda con piu’ piacere del padre Vittorio sono ”la simpatia e l’onesta’. E’ quello che mi manca di piu’ di lui. E che manca anche alle altre persone, perche’ padri di quella generazione, come lui, che insegnavano i valori ai propri figli, oggi ce ne sono pochi. C’era un’etica di vita molto piu’ forte. Io l’ho mantenuta e spero che anche mio figlio (Leo, nato nel 1998 dal matrimonio con l’attrice Sabrina Knaflitz, ndr) faccia altrettanto”.

Gassman in questi giorni sta girando il film tv di Natale di Sky, ‘Natale coi fiocchi’, diretto da Giambattista Avellino, dove interpreta la parte del ladruncolo, accanto a Silvio Orlando che invece veste i panni di un poliziotto dall’animo buono e ingenuo. Nel cast anche Valentina Lodovini e Carla Signoris. ”Tra me e Silvio -ironizza Gassman- il ladro dovevo farlo per forza io, perche’ ho la faccia da ladro. Questa e’ la cosa che piu’ mi accomuna artisticamente a mio padre, forse perche’ sono alto e scuro come lui?”.

”Oggi -confessa- se mio padre fosse vivo, sarei molto curioso di sapere cosa pensa del mio film come regista (‘Roman e il suo cucciolo’ del 2011, ndr), avrei timore, ma sarebbe la prima persona cui lo farei vedere”. Gassman, tra i tanti film girati dal padre, ne sceglierebbe uno in particolare per ricordarlo: ”E’ una commedia, ‘Il Gaucho’ di Dino Risi, che racconta il viaggio in Argentina di una sgangherata troupe cinematografica dove mio padre fa il ‘sola’. Un film sottovalutato, ma che grazie all’intelligenza di Risi, disegna un’Italia stracomica ma allo stesso tempo cinica e crudele”.

Era l’Italia degli anni ’60, quella del boom economico e della grande epopea cinematografica di Cinecitta’. Quell’Italia che proseguiva il suo lento cammino da paese agricolo a potenza industriale. E che artisti come Vittorio Gassman, Federico Fellini, Marcello Mastroianni, Michelangelo Antonioni, Dino Risi, Ugo Tognazzi, Monica Vitti, Mario Monicelli, fotografavano attraverso film e personaggi.

”Ecco -afferma Alessandro Gassman- oggi mi piacerebbe tanto chiedere a mio padre, ma anche a Fellini, Mastroianni, Tognazzi, o a qualche politico di quell’epoca, cosa pensano della situazione attuale del nostro Paese. Credo che oggi l’Italia avrebbe una grande necessita’ di persone come loro”.

Vittorio Gassman, che domani compirebbe 90 anni, negli ultimi anni della sua vita ha continuato a lavorare per il cinema, regalando al pubblico la memorabile interpretazione del maestro Pezzullo nel film amaro e desolato di Ettore Scola, ‘La cena’, per il quale vince il Nastro d’Argento. L’ultima apparizione del ‘mattatore’ sul grande schermo e’ del 1999 in ‘La bomba’ di Giulio Base. In quegli anni si e’ dedicato principalmente alla lettura di Dante, con memorabili interpretazioni nell’opera diretta da Rubino Rubini, ‘Gassman legge Dante’. Si e’ spento per un attacco di cuore durante il sonno, nella sua casa romana, il 29 giugno del 2000.

fonte: Gassman: “Mio padre nell’Italia di oggi si rifugerebbe nella poesia” – Adnkronos Spettacolo.