Fmi: “La crisi dell’Eurozona è peggiorata. Italia abbassi tasse e tagli spesa pubblica”

“Una diminuzione delle tasse supportato da tagli alla spesa pubblica per distribuire meglio il peso del consolidamento fiscale”. E’ una delle indicazioni fornite dal Fondo monetario internazionale nel rapporto sull’Eurozona appena diffuso. Nel documento i tecnici del Fondo invitano anche il nostro Paese a puntare a un surplus strutturale pari all’1% del pil, sostenuto da interventi di medio termine sulla spesa, da inserire già nella prossima finanziaria.

L’Fmi, fra l’altro propone una fusione delle varie iniziative di spending review in un processo decisionale centralizzato di gestione della spesa. Quanto alle banche italiane, si sottolinea la necessità di “rafforzare capitale e liquiditè buffer anche attraverso la vendita di asset non strategici” ma anche di “condurre e pubblicare stress test anche su quegli istituti non coperti” dall’European Banking Authority. In ogni caso, è la raccomandazione dei tecnici dell’Fmi, le nostre banche dovrebbero prevedere interventi per vendere, ristrutturare o cancellare i prestiti non esigibili.

Sollecitando l’attuazione della riforma del lavoro il Fondo invita anche l’Italia ad “aumentare la produttività nel settore dei servizi accelerando le riforme nel settore dell’energia, dei servizi al pubblico e professionali così da aumentare la concorrenza”. Nell’analisi del Fondo monetario si sottolinea inoltre come il consolidamento fiscale necessario al nostro Paese sia fra i più impegnativi dell’Eurozona visto che potrebbe pesare dal 5 al 10% del Pil.

Nello stesso rapporto, l’Fmi scrive che “la crisi dell’Eurozona è peggiorata” anche per un circolo vizioso fra situazione delle banche, del debito sovrano e dell’economia reale che ha portato “a livelli record” i costi di finanziamento dei titoli di stato e il conseguente premio sul rischio. E sottolinea come nel 2012 il Pil dell’Eurozona potrebbe scendere dello 0,3% per risalire il prossimo anno a +0,7%, con un’inflazione che comunque resterà nettamente sotto il 2% fino al 2014.

Parlando di “una nuova e critica fase” per l’economia dell’Eurozona il Fondo segnala il nodo critico rappresentato dal fatto che “gli investitori non finanziano gli stati con maggiori necessità“, ma anzi stiano “spostando il capitale verso nord e all’estero”. Un esempio arriva dalla percentuale di debito italiano in mano straniera che è passata dal 44 % del 2009 al 34% di fine 2011. Di qui la differenza di tassi e di liquidità nell’Eurozona che, oltre ad accrescere la pressione di banche e Stati “fa sorgere interrogativi sul futuro della stessa unione monetaria”. In presenza di “gravi rischi al ribasso, con possibili pesanti ripercussioni a livello regionale e globale”, secondo l’Fmi, c’è la necessità di “muoversi in modo deciso verso un’unione più completa” mentre ai leader politici tocca “dimostrare la volontà a impegnarsi nel sostegno all’Unione monetaria”, con una priorità che è quella di dare vita a “un’unione bancaria dell’Eurozona”.

fonte: Fmi: “La crisi dell’Eurozona è peggiorata. Italia abbassi tasse e tagli spesa pubblica” – Adnkronos Economia.