Corruzione, Frattini: “Togliere i beni ai politici corrotti come con i mafiosi”

 ”C’e’ un rapido in corsa alle Camere: il ddl anticorruzione. Angelino (Alfano, ndr) dica a Monti che si deve e si puo’ andare avanti. E’ la ‘sua’ legge, porta il suo nome, non puo’ permettere che il Pdl diventi agli occhi di tutti il partito che tutela i corrotti. Non ci sto. Approviamo quel testo, anzi mettiamoci dentro la piu’ grande stretta che ci sia mai stata contro i politici che rubano”. Lo dice l’ex ministro degli Esteri, Franco Frattini, in un’intervista ad ‘Avvenire’.

Il parlamentare Pdl propone ”la confisca immediata e diretta di tutti i beni, mobili e immobili, soldi, palazzine e altre utilita’ acquisite con i fondi pubblici”, come avviene per i mafiosi. ”La ratio -spiega- e’ la stessa della confisca ai malavitosi: si toglie ai politici rubagalline per restituire alla gente sotto forma di detrazioni fiscali, sconti all’Imu, assistenza sociale”.

Per l’ex titolare della Farnesina, se passasse questa linea sarebbe ”uno choc costruttivo. Perche’ gli onesti della politica non possono affidare la loro dignita’ al buon garbo di un Lusi qualsiasi che, sua sponte, decide di restituire 100mila o 200mila euro. La gente e’ arrabbiata -taglia corto Frattini- non si limita all’indignazione, rivuole indietro il maltolto”

Lazio: Casini, da Polverini gesto di dignita’, ora partiti piu’ trasparenti

“E’ uno dei pochi presidenti che non ha un avviso di garanzia e come tale non aveva nessun obbligo di dimettersi, ma ne ha fatto un obbligo di dignita’ e di responsabilita’”. Intervistato da ‘Il Messaggero’, il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, commenta l’addio di Renata Polverini alla presidenza della Regione Lazio, sollecita i partiti alla trasparenza e chiede di rivedere la riforma federalista che ha modificato il titolo V della Costituzione: “non solo la riforma voluta dalla sinistra e dalla Lega – precisa – Anche i decreti del governo Berlusconi vanno riscritti”. Per il leader centrista, la vicenda laziale dimostra che “sono stati i partiti ad aver fallito. La prima Repubblica aveva grandi partiti con costosi apparati ed e’ caduta proprio sulla critica a queste strutture. Un sistema che andava cambiato, ma ora siamo a dei partiti di plastica. Nella migliore delle ipotesi a partiti personali, nella peggiore a comitati d’affari”. La ‘ricetta’ indicata da Casini sta in “controlli rigorosi per i finanziamenti che i partiti usano. Diamo competenze alla Corte dei Conti e stabiliamo che servono statuti per regolare la democrazia interna, ma guai a ritenere che i partiti non servono”. Quanto a Fiorito, pronto a ricandidarsi stando almeno ai suoi annunci, “intanto – osserva il leader Udc – dovra’ trovare un partito che lo ricandidi, a meno che non faccia una lista propria”. Per Casini, comunque, Renata Polverini “e’ diventata il parafulmine delle contraddizioni interne al Pdl che si scaricavano tutte su di lei. La causa vera di questa sconfitta e’ stata quella di non avere un’interlocuzione seria a livello nazionale”. E il suo gesto “restituisce l’onore politico a tanta gente che fa politica seriamente”. Quanto a un’eventuale intesa Udc-Pdl per il governo del Lazio, “non e’ il momento per fare queste valutazioni – taglia corto Casini – E’ chiaro che ci sara’ un election day con il Comune di Roma e bisognera’ fare una riflessione molto seria. Ritengo comunque che tra Regione e Comune e’ necessario un salto di qualita’”.

Lazio: Fiorito su dimissioni Polverini, non l’ho fatta cadere io

“La Polverini lunedi’ era viva politicamente. Quindi, se ci sono voluti sette giorni per dimettersi, questo vuol dire che e’ successo qualcosa. E adesso faro’ qualche telefonata a degli amici per capire che cosa davvero l’ha fatta decidere. Ripeto: lunedi’ la cosa si era aggiustata. Tanto e’ vero che aveva deciso di restare”. Lo afferma, in un’intervista a ‘La Repubblica’, l’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio Franco Fiorito, sottolineando di non essere stato lui a causare le dimissioni di Renata Polverini da presidente della Regione. E sugli incontri tra Polverini e il premier Mario Monti e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, prima dell’addio alla Regione, Fiorito afferma: “E che e’ diventata primo ministro la Polverini? Da quando in qua una governatrice comunica le dimissioni al presidente della Repubblica e al premier? Le dimissioni vanno date in consiglio”. Sulle parole dell’ex governatrice, che ha detto che ora potra’ raccontare le cose che ha visto in consiglio, Fiorito osserva che gli “sembra una minaccia. Benissimo, comunque, la staremo a sentire. Sono proprio curioso. Per quanto mi riguarda non ho nulla da temere”. In ogni caso Fiorito ribadisce la sua intenzione di ricandidarsi alle prossime elezioni regionali in primavera. “Io ci saro’ – conclude – E perche’ non dovrei? Due anni fa mi hanno scelto oltre 26mila cittadini” e “non ho perso un solo voto”.

fonte: Corruzione, Frattini: “Togliere i beni ai politici corrotti come con i mafiosi” – Adnkronos Edicola.