I dati, in via di pubblicazione, sono il risultato di uno studio di monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità su Latina, Roma e Viterbo, che ha coinvolto gli Ordini dei medici delle tre province. “L’esposizione all’arsenico, non riflette necessariamente un rischio”, avverte Francesco Cubadda, ricercatore dell’Iss e coordinatore dello studio. “Abbiamo solo un’indicazione – continua – che l’esposizione all’arsenico inorganico è più elevata, ma questo non vuol dire che ci siano pericoli di danni alla salute. Con questo studio abbiamo attivato il sistema per misurare l’esposizione, per fare in modo che eventuali rischi siano sotto controllo”. In pratica la ricerca “ci dà i dati e le conoscenze indispensabili per poi mettere in campo misure di tutela adeguate. Ovviamente non bisogna attendere gli studi per capire che, comunque, l’esposizione va ridotta”, spiega Cubadda.